SAN GREGORIO MATESE
Probabilmente, come attestato da numerosi ritrovamenti in zona Santa Croce, San Gregorio Matese, il cui nome probabilmente deriva da un antico monastero dedicato a San Gregorio, è sannita (Pentri), anche se l’abitato ha origini medievali ed era sotto le dipendenze del Monastero di San Vincenzo al Volturno, tant’è vero che, la prima testimonianza del paese è riportata nella Bolla papale di Papa Pasquale I (817 – 824). Sin dalla sua fondazione, il paese, così come il territorio circostante, fu considerato un casale di Piedimonte Matese e si ebbe una prima percezione della popolazione attraverso il catasto onciario (1584) che riportava, San Gregorio, come un paese la cui popolazione viveva essenzialmente di pastorizia e della raccolta dell’esca, materiale naturale usato per accendere e “mantenere” il fuoco. Fu solo il 18 luglio del 1748 che San Gregorio ottenne l’autonomia amministrativa dotandosi di un proprio stemma conservando uno dei cipressi dello stemma di Piedimonte.
Infine, San Gregorio fu reso famoso, dopo l’Unità d’Italia, dal fenomeno del brigantaggio con la banda di Andrea Santaniello e per la brigantessa Maria Maddalena De Lellis detta “La Padovella”. A circa 1000 mt slm, il territorio di San Gregorio Matese ospita il lago carsico più alto d’Italia (in parte condiviso con Castello del Matese), il Lago Matese, nelle cui acque si riflettono Monte Miletto e la Gallinola e dove trovano rifugio famiglie di Anatidi, come ad esempio il Germano Reale, tra la folta ed unica vegetazione lacustre.